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Fascicolo 17 | 2023

FORMS OF INSURGENCIES, EXTREMISMS AND HATE CRIMES

Andrea Castronovo, Karenni Revolution: the centrality of border territories in Myanmar’s national insurgency

Abstract

All’indomani del colpo di Stato militare del 2021, centinaia di gruppi armati sono stati formati in Myanmar per combattere il regime, autoproclamatosi Consiglio dell’Amministrazione Statale (SAC). Le nuove forze rivoluzionarie, genericamente chiamate Forze di Difesa del Popolo (PDFs), sono passate da essere piccole cellule scarsamente armate e non coordinate a compagnie e battaglioni strutturati, ben addestrati e semi-regolari, in grado di operare attraverso molteplici tattiche di guerriglia. Dopo due anni di guerra, la nazione è sprofondata in uno stato di violenza caratterizzato dal collasso della legittima autorità dello Stato centrale, dalla devastazione causata dalla tattica della «terra bruciata» condotta dal regime contro la popolazione, dalla proliferazione di armi leggere e di piccolo calibro (SALW), e da una crisi umanitaria ed economica senza precedenti. Il Myanmar è diventato un paese dilaniato dalla guerra nel cuore della regione in più rapida crescita del mondo: Il Sud-est asiatico. Sebbene la narrazione occidentale dominante inquadri l’attuale crisi nazionale come un conflitto senza fine, uno stallo politico, oppure rappresenti il paese come uno stato fallito, ciò che sta accadendo in Myanmar è una Rivoluzione multidimensionale che mira non solo a rovesciare il regime militare, ma a ridefinire la struttura socio-politica dell’intero Paese. Analizzando sia la principale forza di guerriglia Karenni, il KNDF, sia il governo ad interim del medesimo Stato etnico, il KSCC, questa ricerca indaga su come i giovani Karenni, in coordinamento con le organizzazioni etniche armate locali e con i gruppi della società civile, abbiano costituito uno dei fronti anti-regime più avanzati di tutto il Myanmar.

Keywords

Myanmar, military coup, Revolution, PDF, Karenni State

Giacomo Buoncompagni, ‘Sexdemic’: counter genderbased hate crimes. Virtual practices, cyber-bodies, microcelebrity and sex crimes

Abstract

Le varie forme di partecipazione in rete, come i like, i post, i tweet, lasciano “tracce di noi stessi”, frammenti della nostra identità di cui non siamo consapevoli, che non possiamo controllare e che non possiamo cancellare.
Negli ultimi mesi abbiamo assistito a situazioni sempre più diversificate in rete, come quelle che coinvolgono gruppi di adolescenti che utilizzano i social network per costruire identità, percorsi di micro-celebrità e diffondere foto/video di pestaggi, torture, omicidi, ma soprattutto suicidi in diretta.
Le cause e le conseguenze di queste forme di devianza, che si riproducono nella dimensione virtuale, sono molteplici: la depressione, l’invidia, la ricerca di potere e visibilità, la trasformazione di un semplice utente in una cyber-vittima, a volte senza nemmeno rendersene conto, e il “raccontarsi” sui social network, soprattutto attraverso video e foto autoprodotti.
Attingendo alla letteratura sociologica e psicologica internazionale, questo articolo si propone di riflettere su alcune forme di devianza online legate a pratiche comunicative “patologiche” riguardanti il corpo e la violenza (cyber)sessuale.

Keywords

Sex; crime; digital media; celebrity; online reputation; bodies, hate speech; crimini sessuali; media digitali; celebrità; reputazione online; corpi

Francesco Balucani – Fabio Ottaviani, L’Italia alla prova del fondamentalismo radicale islamico. Indagine sul polimorfismo della minaccia terroristica e analisi ragionata dell’ordinamento giuridico italiano in materia di antiterrorismo. Parte prima

EMERGING THREAT ECOSYSTEMS AND RESEARCH METHODOLOGIES

Abstract

Questo articolo mira a indagare le caratteristiche salienti dell’odierna minaccia terroristica di matrice islamista, elencare le più nocive criticità che questa pone in campo dapprima strategico e poi giuridico, esaminare con attenzione le peculiarità e gli attributi qualificanti dell’ordinamento giuridico italiano in materia di sicurezza nazionale e lotta al terrorismo, e analizzare infine la questione sul versante della cooperazione internazionale. Il polimorfismo e l’irriducibilità a schemi precostituiti che da sempre contraddistinguono i fenomeni di natura terroristica ci impongono un’analisi puntuale e scevra da generalizzazioni, volta a statuirne le proprietà con uno sguardo al presente – foreign fighters, terrorismo nucleare, Jihad 2.0, terrorismo transnazionale – e uno sguardo al passato storico. Sebbene negli ultimi anni l’incidenza dei fenomeni riconducibili al terrorismo radicale islamico si sia ridotta sempre più, in maniera proporzionale al progressivo smantellamento dello Stato Islamico e all’intensificarsi delle campagne search and destroy americane, condotte per mezzo di droni militari d’alta quota, tecnologie satellitari e operazioni di intelligence, è opportuno mantenere elevati standard di sicurezza e monitoraggio, giacché nuove potenziali minacce possono giungere inattese e senza grandi possibilità di previsione. D’altronde, le radici del problema rimangono sostanzialmente irrisolte – istanze religiose del fondamentalismo islamico radicale, presenza di regimi politici vicini alle correnti più estremiste della religione islamica, tendenziale marginalità delle popolazioni musulmane nell’ambito della società globale, l’insistenza di conflitti interetnici, interstatali e di guerre civili nelle regioni del mondo già colpite da fenomeni di povertà e dalle esternalità dei cambiamenti climatici – e non è del tutto inimmaginabile che un domani le politiche di contenimento delle società occidentali possano non bastare più a contenere le pressioni scaturenti da un problema sì represso e soffocato, ma di certo non debellato del tutto. Questa fase di calma più o meno apparente potrebbe peraltro essere intelligentemente impiegata per affrontare le annose e irrisolte questioni legate alla definizione del terrorismo sul piano internazionale e ai dilemmi della cooperazione interstatale in materia di antiterrorismo e di condivisione dell’intelligence, che come vedremo dettagliatamente rischiano di compromettere l’efficacia e la solerzia delle politiche di contenimento della minaccia terroristica messe a punto sul piano sia nazionale che internazionale. La pubblicazione che segue è suddivisa in due parti, o sezioni: nella prima, che state per leggere, affronteremo le questioni menzionate sopra, mentre nella seconda, che sarà compresa nel prossimo fascicolo della rivista, affronteremo in maniera approfondita la questione inerente la tutela della sicurezza nazionale nell’ordinamento giuridico nazionale.

Keywords

Terrorismo, fondamentalismo jihadista, antiterrorismo, sicurezza nazionale, intelligence, co- operazione internazionale / terrorism, jihadism, counter-terrorism, homeland security, intelli- gence, international cooperation

Federico Borgonovo – Ali Fisher, Mapping a Telegram-centred Accelerationist  Collective

Abstract

Il presente lavoro si propone di mappare il collettivo accelerazionista noto come Terrorgram e di ricostruirne le caratteristiche morfologiche di base attraverso lo studio della propaganda e la social network analysis. Il nucleo dello studio si concentra sull’etnografia digitale all’interno della piattaforma Telegram ed è finalizzato al riconoscimento di narrazioni, obiettivi comunicativi, tecniche e strategie. Infine, viene implementata una Social Network Analysis (SNA) che identifica gli attori e i sottogruppi coinvolti nella propaganda online pro-violenza all’interno dell’ecosistema digitale.

Keywords

Accelerationism, right, propaganda, terrorgram, terrorism

Simone Castagna, Exploring the Telegram Hacker Ecosystem

Abstract

Lo studio dei gruppi di hacker, delle loro attività e delle comunità che formano sta diventando sempre più rilevante in un mondo sempre più digitalizzato. Storicamente, la ricerca accademica ha dipinto gli hacker come figure solitarie, misantrope e malevole che risiedono nelle profondità del web underground. Questo stereotipo ha portato la ricerca a concentrarsi solo sulle attività che si svolgono all’interno dei forum e dei mercati clandestini. Tuttavia, questa prospettiva ristretta non è del tutto accurata ed è fondamentale comprendere le interazioni e le relazioni che esistono tra gli hacker, anche all’interno di piattaforme più accessibili e sicure come Telegram. Il presente studio impiega una serie di tecniche di ricerca, tra cui il campionamento non discriminatorio a palla di neve e l’analisi delle reti sociali, per esplorare l’ecosistema digitale dei gruppi di hacker sul servizio di messaggistica istantanea Telegram. Lo scopo di questa ricerca è quello di offrire approfondimenti sulla struttura organizzativa e sulle dinamiche della rete, nonché di identificare gli attori chiave, le loro relazioni e i modelli di diffusione dei contenuti. I risultati di questa ricerca forniscono un approccio originale per indagare gli ecosistemi digitali dei gruppi di hacker, migliorando così la comprensione delle loro strutture, dinamiche e comportamenti e facilitando lo sviluppo di strategie efficaci per monitorare, identificare e contrastare le loro attività.

Keywords

Hacker groups, Social Network Analysis, Telegram, Digital Ecosystems

Silvano Rizieri Lucini — Federico Borgonovo, Exploring the Whitejihad Digital Ecosystem

Abstract

Una nuova generazione di estremisti sta crescendo e sta diventando in grado di stabilire comunità auto-create che combinano salafismo-jihadismo ed estrema destra. Tale comunità, originariamente imperniata su alcuni influencer e autodefinitasi Islamogram, è cresciuta e si è contaminata all’interno di varie piattaforme. Utilizzando una serie di metafore e motivi visivi tipici dell’alt-right e dell’estrema destra, accusano la perdita della tradizione e una visione corrotta della vita. La comunità costruisce reti, guida narrazioni su diverse piattaforme e diffonde propaganda violenta. Un modo per studiare come questo tipo di estremisti si sviluppa e si ramifica all’interno delle piattaforme sociali è l’osservazione occulta delle loro interazioni. Ricostruire la morfologia della rete in cui avvengono queste interazioni. Questo articolo cerca di contribuire a un avanzamento della letteratura sugli studi sul terrorismo, attraverso una combinazione di analisi dei contenuti e osservazione etnografica. 

Keywords

Islamogram, Whitejihad, alt-right, propaganda, content

Giulia Porrino, Pro-Wagner gaming subculture: how the PMC gamified recruitment and propaganda  processes

Abstract

Con lo scoppio del conflitto russo-ucraino, sono emersi diversi nuovi attori. Tra questi, la PMC Wagner ha assunto un ruolo sempre più importante ed è stata descritta come una “proxy” russa. Internet e i social media sono diventati essenziali e il gruppo utilizza i videogiochi per diffondere la propaganda e reclutare mercenari. La gamification degli strumenti di propaganda, delle comunità estremiste online e, in ultima analisi, dei processi di radicalizzazione non solo avanza, ma accelera, data la crescente popolarità dei giochi online e il fatto che gli estremisti spesso sfruttano per primi i nuovi progressi tecnologici. Inoltre, la PMC Wagner ha iniziato a sfruttare l’uso dei videogiochi per vari scopi, dal reclutamento alla fascinazione per la violenza. Allo stesso tempo, utilizzando i classici metodi di marketing basati sui giochi, sono riusciti a raggiungere non solo gli utenti delle piattaforme di gioco, ma anche i cittadini che, camminando per le strade della capitale russa, si imbattono nei cartelloni illuminati. Sono necessarie ulteriori indagini sul funzionamento preciso e sulle varie strategie di gamification utilizzate dalla PMC Wagner e dai suoi sostenitori in diverse condizioni.

Keywords

PMC Wagner, Gamification, Video games, Russia, War

Sara Brzuszkiewicz, L’androsfera: marginalità e minacce

Abstract

Nel contesto italiano l’androsfera è ancora molto poco conosciuta. Si parla poco dei suoi utenti e ancor meno con i suoi utenti e spesso lo si fa in termini semplicistici e sensazionalistici e proprio per questa ragione si è scelto qui di scrivere in italiano.

Il presente contributo mira a colmare almeno in parte queste lacune analizzando le maggiori componenti dell’androsfera, le loro visioni del mondo e le narrazioni che le caratterizzano con particolare attenzione all’inceldom, la galassia del celibato involontario. 

Si vedranno poi alcuni dei maggiori attacchi già perpetrati da attentatori influenzati dall’ideologia incel, le cui dinamiche sono illuminanti circa le potenziali minacce. A ciò seguirà un approfondimento sull’androsfera italiana, ad oggi non conosciuta e probabilmente non radicale quanto quelle di altri Stati e regioni, prima tra tutte l’area anglosassone. Proprio questa sorta di basso profilo rende l’androsfera italiana estremamente interessante e meritevole di ulteriore ricerca: il relativo ritardo dei processi di radicalizzazione al suo interno paragonati a quelli di altri contesti rappresenta un’opportunità per sfruttare alcune lezioni apprese altrove con reale lungimiranza.

Keywords

Androsfera; Celibi involontari; Misoginia; Terrorismo; Radicalizzazione.

Manosphere; Involuntary Celibates (Incels); Misogyny; Terrorism; Radicalization; Locus of Control.

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